In questo articolo desideriamo raccontare le ragioni storiche delle diverse terminologie riferite al Jeet Kune Do, l’Arte sviluppata da SiJo Bruce Lee
Dopo la sua prematura morte, avvenuta il 20 luglio del 1973, si aprì certamente un gran vuoto nel panorama internazionale delle Arti Marziali, nessuno, tanto meno chi gli era più vicino, era preparato ad un evento del genere. SiJo Bruce Lee lasciò molti scritti, che però divennero disponibili solo nel tempo ed anzi tuttora la maggior parte probabilmente è ancora inedita. Si trattava spesso di personali annotazioni (anche poste sui libri che leggeva – oltre 1.000) e osservazioni sullo studio di altri stili o filosofia, volti a fissare dei concetti nella ricerca di una propria strada. In vita Bruce Lee scrisse solo due libri, “Chinese Gung Fu: The Philosophical Art of Self Defense” e “Wing Chun Kung Fu” che però volle intestare all’amico e allievo J. Yimm Lee. Entrambi i libri non si riferiscono però all’Arte creata nell’ultimo periodo di vita da SiJo Bruce Lee, ma più alle Arti Marziali cinesi che Bruce Lee aveva imparato a Hong Kong (il secondo libro al Wing Chun, da cui Bruce Lee si era allontanato, pur rispettando molto lo stile). Successivamente alla sua morte, a partire dal ’75, sono stati assemblati dei sui scritti, al fine di definire la Sua Arte, in particolare vanno ricordati: “Tao of Jeet Kune Do” (il primo), “Jeet Kune Do: Bruce Lee’ Commentaries on the Martial Way”, “The Tao of Gung Fu: a study in the way Chinese Martial Art”, “Bruce Lee The Art of Expression the Human body”,
“Bruce Lee Wisdom for the way”, “Bruce Lee Letters of the Dragon”, “Bruce Lee Artist of Life”, ” Bruce Lee Striking thoughts: Bruce Lee’s Wisdom for Daily Living”.
Particolarmente importante anche Bruce Lee’s Fighting Method, inizialmente pubblicato in 4 volumetti e poi in un volume unico nel 2008 versione espansa (con note di Sifu Ted Wong sulle 5 vie di attacco), in primis ad opera dell’amico e allievo Mito Uyehara (fondatore della famosa rivista statunitense Black Belt) che, successivamente al decesso di Bruce Lee, ha abilmente assemblato delle sessioni fotografiche che Bruce Lee aveva effettuato con l’intento di pubblicare un libro sul sistema che stava definendo.
Certo è che Bruce Lee aveva definito le basi del suo sistema e della sua filosofia, ma anche che fosse in continua ricerca ed evoluzione. Il suo studio di un sistema che nel combattimento andasse a cogliere tutte le distanze probabilmente non si era ancora completato, ad esempio nel combattimento a terra.
Sijo Bruce Lee usava insegnare in modo diverso a seconda degli allievi e della circostanza, classe ufficiale o giardino di casa in cui amava sperimentare e come citato fece evolvere continuamente la sua Arte, cambiandola in modo radicale rispetto al suo arrivo nel ’59 negli Stati Uniti. Ne consegue che è particolarmente difficile definire cosa sia e come debba essere insegnato il JEET KUNE DO.
In vita Bruce Lee aveva avviato 3 Scuole, nelle tre città in cui aveva soggiornato, a Siattle, Oakland e Los Angeles, rispett
ivamente poste in gestione agli allievi Taky Kimura, J Ymm Lee e Dan Inosanto. Con il successo della carriera cinematografica ad Hong Kong Bruce Lee decise di chiudere ufficialmente le scuole. J Ymm Lee morì di li a poco (6/12/72), Taky Kimura continuò in privato lo studio l’insegnamento di quanto appreso da Bruce Lee nei primi anni del suo arrivo negli Satati Uniti, quindi Jun Fan Gung Fu. Sifu Dan Inosanto, ufficialmente per una promessa fatta a Bruce Lee, decise di non insegnare pubblicamente il Jeet Kune Do, Arte che continuò ad allenare nel proprio giardino di casa assieme ad un gruppo di circa 10 allievi selezionati. Quando nel ’75, per la prima volta dopo la morte di Bruce Lee, Sifu Dan Inosanto decise di mostrare pubblicamente in un Campus quanto appreso da Bruce Lee, lascio ai suoi allievi Sifu Tim Tacket e Larry Hartsell il compito di farlo, mentre lui e Richard Bustillo concentrarono la propria attività nell’emergente Kali-Arnis -Eskrima. Le continue richieste di apprendere l’Arte di SiJo Bruce Lee spinsero Sifu Inosanto a riorganizzare il programma di Jun Fan Gung Fu in 4 livelli, che riprese ad insegnare nella propria Accademia. Quando gli studenti in modo più pressante gli chiesero del Jeet Kune Do, Sifu Inosanto cominciò ad insegnare i principi che stanno alla base del Jeet Kune Do, il che gli consenti di continuare la sua attività preferita, quella di fine ricercatore nel campo delle Arti Marziali.
Il famoso motto di SiJo Bruce Lee “absorb what it is useful, discard what is unless and add what is specifically your own” divenne il cardine dell’attività di ricercatore di Sifu Dan Inosanto e nacque quindi il termine JEET KUNE DO CONCEPTS, che voleva indicare, appunto, di seguire nella ricerca nel campo delle Arti Marziali, i principi e i concetti espressi da Bruce Lee, in particolare nel suo ultimo periodo di vita. Evidentemente allargando lo studio a svariate altre Arti, di cui si cercò di incorporare ciò che si riteneva personalmente utile, progressivamente ci si allontanò da quella che era probabilmente l’Arte di Bruce Lee nel suo ultimo periodo di vita.
L’idea dominante di fondo è che Bruce Lee, certamente, avrebbe cercato di fare evolvere la Sua Arte, mediante lo studio di altre Arti Marziali e che quindi non avrebbe avuto senso rimanere ancorati a quello che faceva ad inizio anni ’70.
Alcuni studenti di Sifu Inosanto, nel tentativo di cercare una propria strada e business, continuarono in modo autonomo la rielaborazione dello stile di SiJo Bruce Lee, cambiandone tal volta il nome e aggiungendone altri elementi, spesso presi dal Kali, dalla Muay Thai, dal Brazilian Jiu Jitzu.
E poi potremo dire, fu la volta degli allievi degli allievi degli allievi, tanto che alla fine ben poco rimane dell’Arte creata da Bruce Lee e questo è davvero un peccato, perchè già così come era stata formulata era un distillato di fine conoscenza nel campo della biomeccanica, delle Arti Marziali e della Filosofia.
Nelle rielaborazioni quasi sempre mancano i principi cardine del sistema, come guardia profilata, controllo della linea centrale, non telegrafare i colpi, lato forte avanzato (per citarne solo alcuni), per cui il risultato finale è quasi uno stravolgimento dell’Arte creata da Bruce Lee.
Altri allievi diretti di Bruce Lee si ritirano, altri ancora decisero di continuare, similmente a Kimura, concentrando il proprio studio su quanto Bruce Lee aveva insegnato direttamente a loro, anche se non si trattava propriamente di Jeet Kune Do. Ogni allievo sembrava avere solo un pezzo, più o meno grande, del Jeet Kune Do.
Menzione particolare va fatta per Sifu Ted Wong, l’allievo diretto di Bruce Lee che più di ogni altro lavorò con lui (dal ’67 al ’71) spesso nel suo giardino di casa Los Angeles e ne aveva una corporatura simile, ma a differenza di altri non aveva una passata esperienza nel campo delle Arti Marziali, che compensava però con grande dedizione, instancabile allenamento e una memoria particolare, che gli dava la possibilità di rivedere, quasi come attraverso un film, quanto studiato con Bruce Lee. Infatti, dopo la morte del suo insegnante, preferì per molti anni concentrarsi nello studio e allenamento di quanto appreso da SiJo Bruce Lee, piuttosto che iniziare a sua volta l’insegnamento.
SiJo Bruce Lee alla fine degli anni ’60 lavorò anche con agonisti di Karate, migliorando le loro strategie e capacità, tanto che Joe Lewis, Chack Norris, Louis Delgado divennero campioni del mondo nelle categorie dei pesi massimi, mediomassimi e pesi legeri, ma andrebbe aggiunto anche Mike Stone, che era già campione. Di questi chi lavorò di più con SiJo Bruce Lee fu Joe Lewis (interessante il suo libro “How to Master Bruce Lee’s Fighting System”) ed infatti la famosa parte del combattimento al Colosseo fu offerta in primis a lui, ma rifiutò perchè non voleva risultare perdente con uno di stazza molto inferiore alla sua.
Dott Jerry Beasley, che nel ’88 aveva pubblicato il libro “In the search of the Ultimate Martial Art” divenuto poi “The Jeet Kune Do Ex
perience”, volto principalmente alla scuola Jeet Kune Do Concepts, si rese in seguito conto che tale versione del JKD risultava parecchio differente rispetto a quella che appariva dagli s
critti e dai video di SiJo Bruce Lee. In primis il JKD Concepts era noto per le sue inclusioni di Kali, Silat e Muai Thai, che avevano cambiato la struttura del sistema originario ed inoltre Beasley percepiva che si era verificato un allontanamento dalla via indicata da SiJo Bruce Lee, anche a causa della mancanza di sparring e del testare l’arte in tale contesto.
Bruce Lee infatti era noto per la sua passione per lo sparring, per cui aveva già all’epoca fatto predisporre equipaggiamenti innovativi e usava dire a tale proposito “non puoi imparare a nuotare se non ti bagni”. Beasley si avvicinò quindi a Joe Lewis, l’allievo di Bruce di maggior successo nelle competizioni e nell’ottobre del 1989 per primo in un articolo usò il termine ORIGINAL JEET KUNE DO, volendo identificare l’arte di SiJo Bruce Lee così come la praticava lui nell’ultimo periodo di vita (o meglio tra il ’67 e il ’70), mantenendone inalterati tutti i principi e basi tecniche ed evitan
do influenze di altre arti marziali, da SiJo Bruce Lee non già inserite nella struttura del Jkd.
Al nuovo approccio aderì subito Sifu Garry Dill, il quale aveva studiato per qualche mese con J Ym
m Lee, proprio immediatamente prima della sua morte e i due, in particolare Beasley, fecero uscire nelle principali testate di settore diversi articoli usando la nuova terminologia, ORIGINAL JEET KUNE DO in opposizione a JEET KUNE DO CONCEPTS, termine originato appunto da Sifu Dan Inosanto nei tardi anni ’70 (e su cui scrisse tre libri “Jeet Kune Do The Art & Philosophy od Bruce Lee”, “Absorb what is useful”, “A guide to Martial Arts Training with equipment”).
La nuova terminologia ebbe successo e nel ’93 venne fatto il primo campus sull’Original Jeet Kune Do, in cui collaborò anche Sifu Ted Wong, come già citato l’allievo che probabilmente si era più allenato con Bruce Lee e che nel frattempo aveva acquisito appieno il sistema.
Negli anni ’90, al fine di mettere a fattor comune le diverse esperienze, venne costituito il Nucleus, che raccolse la maggior parte di allievi di prima generazione di Bruce ancora preparati e motivati all’insegnamento. Inizialmente doveva far parte Aderire anche Sifu Dan Inosanto, ma poi decise di non prendervi parte, ma, lo fecero alcuni suoi studenti diretti dei primi giorni (quando Bruce Lee era in vita), come Bob Bremer (che aveva fatto qualche lezione anche privata con Bruce Lee), Sifu Tim Tacket e Sifu Chris Kent. Degne di menzione le due serie di riviste che furono prodotte dal Nucleus, con alcune pagine inedite di Bruce Lee e l’esplicitazione delle diverse esperienze. Dal Nucleus si passo alla Bruce Lee Foundation e quindi alla Bruce Lee Educational Foundation.
Nel gennaio del ’96, immediatamente prima della nascita del Nucleus, durante un meeti
ng a Siattle, Linda Lee (moglie di Bruce Lee) , Shanon Lee (figlia di Bruce Lee) assieme a studenti di prima generazione di Bruce Lee, decisero che il termine più appropriato per riferirsi all’arte di SiJo Bruce Lee sarebbe stato ed è tuttora JUN FAN JEET KUNE DO. Jun Fan è il nome di Cinese di Bruce Lee e quindi identifica subito che ci si vuole riferire al JKD così come espresso da Bruce Lee (e non successive rielaborazioni), ma inoltre è anche a memoria del primo stile creato a Siattle da Bruce Lee, il Jun Fan Gung Fu (che era succeduto al Non Classical Gung Fu). Jun Fan Jeet Kune Do è quindi l’unione di due termini, Jun Fan Gung Fu e Jeet Kune Do e, come Shanon Lee espresse, stava a descrivere l’evoluzione del padre, volendo coglierne la leggenda e la ricerca nel campo delle Arti Marziali, ma anche in quello della filosofia, della scienza e della preparazione fisica.
E’ evidente che in tale accezione rientra ogni aspetto dell’Arte di SiJo Bruce Lee e pertanto anche i concetti che stanno alla base della sua Arte, ma evitando, nell’applicazione di arrivare ad uno stravolgimento della Sua espressione.
Chi meglio di ogni altro ha espresso tale concetto ed anzi per conto della Foundation vi ha dedicato un libro, è Sifu Tommy Gong, già allievo più anziano di Sifu Ted Wong, membro fondatore del Nucleus, che però nel Suo lungo
percorso di studio ha avuto modo di studiare con la maggior parte degli allievi di prima generazione di SiJo Bruce Lee. Sifu Tommy Gong si è anche occupato di preservare gli appunti scritti da Bruce Lee nel lungo periodo di convalescenza nel ’70 (seguito infortunio alla schiena), poi raccolti in 7 raccoglitori di 300-400 pagine. Frutto di tanti studi è quindi il testo di riferimento per il JUN FAN JEET KUNE DO, BRUCE LEE: THE EVOLUTION OF A MARTIAL ARTIST by Sifu Tommy Gong, che anche attraverso appunti e note di Bruce Lee, distingue ed analizza l’evoluzione dell’Arte di Sijo Bruce Lee nelle tre classiche fasi, Siattle (ossia all’arrivo nel 1959 negli Usa, periodo in cui chiamava la sua Arte Non Classical Gung Fu e poi Jun Fan Gung Fu), Oakland (dove arriva nell’agosto del 64 e nell’anno successivo si verificò il celebre combattimento con Wong Jake Man, che spinse Bruce Lee ad evolvere il suo modo di combattere ed allenarsi) e Los Angeles (dal marzo del 1966, dove verrà coniato il termine Jeet Kune Do nell’estate del 1967).