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SMKF

SUMMA MAXIMA KNIFE FIGHTING non è la nostra sintesi di quanto abbiamo appreso da vari sistemi di combattimento con il coltello studiati negli anni, di diversa provenienza culturale o geografica, ma piuttosto è il nostro approccio al combattimento con diversi tipi di lama nelle varie distanze. Summa Maxima nei nostri intenti vuole essere un sistema aperto che permette di e sfruttare differenti strategie e approcci al combattimento, anche marcatamente eterogenei, ma alla fine sinergici e complementari.

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Desideriamo offrire un Sistema in grado di adattarsi  al meglio alle caratteristiche dell’esecutore,  il quale grazie all’ampia gamma di soluzioni a disposizione potrà contrastare l’avversario in modo efficace, con una strategia in grado di sorprenderlo.

Dallo studio di molti sistemi, collaudati da anni di esperienza e famosi per la loro efficacia in vari contesti (dalla guerra, ai duelli, agli incontri semisportivi) ne abbiamo estratto i principi fondamentali e questo ci ha consentito di rielaborare un nostro Sistema complesso, in grado di incorporare nuove esperienze.   Delle routine e dei drills  inclusi nell’allenamento del sistema evidenziamo in un livello avanzato insegniamo assieme alle finalità anche  le “regole” utilizzate per la loro costruzione, in modo tale che ognuno ne possa poi costruire delle proprie, maglio adatte alle proprie specifiche esigenze.

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Non vogliamo nulla di fisso e preordinato, perché il dominio dei principi e non di routine e sequenze, consente di non lavorare in modo mnemonico (come tal volta accade in certe arti marziali),  ma sempre cosciente,  acquisendo sin dall’inizio la gestione strategica  dell’allenamento e poi del combattimento.
Da molto tempo ci chiedono come facciamo a studiare più arti marziali, il segreto sta proprio nel concentrare la nostra attenzione nei principi.  Per tale ragione non ricerchiamo una sintesi di più sistemi, che per definizione nel raccontare le parti più salienti di un’Arte rischierebbe di non scende in profondità consentendo di coglierne le sfumature, che spesso fanno la differenza tra semplice conoscenza e Maestria.

Grande importanza viene dato allo studio delle diverse distanze del combattimento e quindi al

  • Lancio del coltello
  • Lunga distanza (approccio schermistico, è necessario avanzare per venire in contatto dell’avversario)
  • Media distanza (dove è possibile raggiungere l’arto più esposto dell’avversario senza avanzare)
  • Corta distanza (in cui è possibile colpire l’avversario in parti vitali senza avanzare)
  • Distanza di contatto o grappling range  (e quindi anche le posizioni di stallo)
  • Combattimento a terra
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Seguendo la logica tipica del CSSD-SC sin da subito viene insegnato a combattere sia con la mano destra che la sinistra, contro avversario mancino o destrorso.  In tal modo si acquisisce si dall’inizio una buona destrezza con entrambe le mani e nel contempo si impara un metodo per utilizzare contemporaneamente due armi e una maggior gamma di soluzioni strategiche.

Facendo nostre le parole di Pamana Tuhon Chris Sayoc non vogliamo un grip fisso ma un fluid grip, ossia un’ impugnatura in grado di adattarsi nel miglior modo all’avversario, alle distanze e alla nostra strategia.    A tale studi sono dedicati specifici esercizi che consentono di raggiungere rapidamente elevate destrezze nella materia.

Grande attenzione è data allo studio dei passi (footwork) e ai cambi di ritmo, favorendo ovviamente la logica del ritmo spezzato (broken rhythm), per contrastare meglio l’avversario.  Anche in questo caso abbiamo organizzato molti esercizi, dato che riteniamo fondamentale lo studio di questi aspetti.

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Nel nostro sistema la mano senza arma, detta anche “viva” nelle Arti Marziali Filippine, viene usata moltissimo, non solo per parare, difendere le parti vitali e favorire i “cambi mano”, ma anche per attaccare .  “La mano viva” diventa una vera e propria arma secondaria, seguendo la logica di Guru Eric Kruk.

Analisi e studio approfondito è riservato alle posizioni di guardia, da cui tanto dipende la strategia impostata per contrastare l’avversario.  A differenza dei classici sistemi militari (da cui comunque tanto  abbiamo tratto di ispirazione) rimarchiamo il principio che il combattimento non  debba essere  basato  solo su una o poche posizione di guardia, ma si debba cambiare continuamente per adattarsi in modo fluido all’avversario e sorprenderlo.   Di grande aiuto  per maturare un nostro approccio all’utilizzo delle guardie sono state le esperienze nei sistemi Blade Oriented Filippini (in primis gli insegnamenti di P.G.Krishna Godhania) e i Sistemi della tradizione Italiana.

Grande rilevanza viene data allo studio della strategia sia in difesa che in attacco e quindi alle possibili finte ed inganni applicati in entrambi casi.  Nell’offrire una vasta gamma di soluzioni di particolare aiuto tornano i cambi mano e di impugnatura, i cambi di ritmo, l’utilizzo talvolta di posizioni basse (Harimau), il footwork che agevola l’attacco su più livelli, le rotazioni e i cambi fronte.

A parte vengono studiati i calci che possono essere efficacemente applicati anche nel combattimento con il coltello (mutati dalla tradizione italiana e soprattutto da Pananjakman filippino) e le diverse implicazioni strategiche  che questi possono offrire (combinazioni con footwork, attacchi con coltello o mano viva ecc)

La logica che domina inizialmente le strategie di risposta all’avversario è quella della “difesa progressiva”,  in luogo di quella più comune di attacco ai punti vitali.  In ciò di pari utilità è il concetto di “balistic cut”tagli balistici su tendini e legamenti appresa dal GM Bram Frank (e peraltro diffusa anche dal suo amico Michael Janich) e l’applicazione dei punti di pressione, che hanno trovato probabilmente l’apice nel campo del knife fighting con le tecniche di Lapu Lapu o Gunting (sempre del GM Bram Frank).     Nell’ottica di difesa progressiva si insegna quindi prima ad evitare l’attacco, poi se il contrasto è inevitabile di agire sui punti di pressione con la mano viva o il codolo del coltello o la guardia, se l’escalation cresce allora con la lama si recidono legamenti, tendini e muscoli, che consentono il movimento del’avversario.  Solo in caso di estrema necessità e come ultima alternativa possibile (caso peraltro raro) si insegna ad attaccare i punti vitali, anche per mezzo della punta del coltello.

Pari importanza viene data ai colpi di taglio e a quelli di punta.  Tale ottica non solo offre maggiore gamma tecnica (rispetto ai sistemi in cui prevale solo una delle due), ma consente anche di facilitare la traslazione dello stesso sistema ad armi differenti (ove ad esempio gli attacchi risultano più efficaci se portati di taglio, come nel caso di grandi macheti o bastoni).     L’applicazione del Sistema ad armi diverse è facilitato anche dallo studio delle caratteristiche di ciascun tipo di arma e delle regole che ne governano l’utilizzo.

Si studiano anche le migliori difese dagli attacchi di lama da disarmato o meglio con l’aiuto di oggetti comuni di facile accesso.

Il Sistema è codificato e il programma di studio è stato stilato nel dettaglio, tuttavia Summa Maxima vuole rimanere aperto ad inglobare ulteriori principi, adattarsi agli studenti e crescere.

SUMMA MAXIMA e’ il nostro Sistema, ma cerchiamo di diffondere con la nostra Associazione prima le Arti dei Nostri Maestri,  per offrire ad ognuno le stesse possibilità che nel passato abbiamo avuto noi e quindi con il maturo confronto crescere assieme, alla ricerca di una migliore SUMMA MAXIMA.